Torno con una crostata con albicocche, frangipane di mandorle e crumble di pistacchi dopo 5 settimane di assenza!!
1 anno del mio blog? Ormai passato. Contest in scadenza? … Ormai sono andati. Il mio compleanno? Neanche a parlarne … Il motivo di tanta assenza?
Si cucina, con discreti risultati a volte, si fotografa (molto male) e quindi dopo estenuanti tira e molla con me stessa (sigh!!!) non posto un ciufolo. Dopo un paio di volte con questa tiritera sono stata preda di una forte apatia che, fortuna vuole, mi è passata con questa ricetta.
Questo dolce nella versione originale di MasterChef Australia 4 prevedeva l’uso di fichi ma, volendo presentarlo alla gara di pasticceria della III edizione dell’Albicocca Day che avrebbe dovuto avere luogo domani, ho cambiato frutto.
Purtroppo il maltempo della scorsa settimana ha distrutto le coltivazioni delle “crisommole vesuviane” e giustamente gli organizzatori hanno deciso di annullare la manifestazione.
Io, però, questa crostata all’albicocca volevo farvela vedere, così la ricetta la posto lo stesso e se per l’anno prossimo mi iscriverò alla gara di pasticceria dell’Albicocca Day mi farò venire in mente qualche altra cosa …
Dosi per una teglia tonda da 24 cm o una rettangolare da 35 cm x 7cm
Pasta frolla
120 gr di burro
30 gr di zucchero a velo
240 gr di farina
1 uovo + 1 tuorlo
1 pizzico di sale
Preriscaldare il forno a 160°.
Formare una fontana con la farina, al centro versare il burro freddo tagliato a tocchetti piccoli, lo zucchero a velo, il pizzico di sale, il tuorlo e l’uovo intero. Lavorare velocemente gli ingredienti fino a formare una palla di impasto liscia e omogenea. Ricoprire con la pellicola e mettere in frigo per 20 minuti.
Stendere la frolla a 3 mm di spessore e rivestire la teglia scelta. Mettere in frigo per altri 30 minuti.
Rivestire la frolla con della carta forno e riempire la teglia di fagioli secchi. Infornare per una prima cottura in bianco per 12-15 minuti. rimuovere i fagioli e la carta forno e continuare la cottura in bianco per altri 8-10 minuti. Lasciar raffreddare la frolla.
Crumble di pistacchio
100gr di pistacchi privati della pellicina
40 gr di zucchero semolato
40 gr di farina
30 grammi di burro freddo tagliato a tocchetti piccoli
Tritare i pistacchi in un frullatore. Aggiungere lo zucchero e la farina e continuare a frullare. Trasferire il tutto in una ciotola. Aggiungere il burro e strofinare con le dita, lasciando alcuni piccoli grumi di burro.
Foderare una teglia con carta forno, sbriciolare sopra il crumble e distribuirlo uniformemente. Cuocere a 160° per 5-7 minuti o fino a leggera doratura. Mettere da parte a raffreddare.
Pralinato ai pistacchi
250 gr di pistacchi privati della pellicina
125 gr di zucchero semolato
Preparare un caramello a secco con lo zucchero, facendo fondere a fiamma media lo zucchero fino a che diventa di un bel colore dorato. Aggiungere i pistacchi, ricoprirli con il caramello e versare il croccante su un piano di marmo unto leggermente con un filo d’olio. Lasciar raffreddare e poi spezzettare. Frullare fino a che diventi cremoso.
Crema Frangipane
120 gr di burro morbido
120 gr di zucchero semolato
2 uova intere + 1 tuorlo
1 cucchiaio di liquore di mandorle
scorza tritata di 1 limone
120 gr di farina di mandorle
40 gr di farina
2 cucchiai di pralinato ai pistacchi
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6 albicocche vesuviane
100 gr di miele riscaldato per lucidare
Sbattere il burro con lo zucchero fino a creare una crema spumosa. Con il frullatore ancora in azione aggiungere le 2 uova ed il tuorlo, uno alla volta. Aggiungere il liquore di mandorla, la scorza di limone, il pralinato di pistacchi e le farine. Versare il frangipane nel guscio di frolla. Premere delicatamente su di esso le albicocche tagliate a metà. Cuocere a 160° per 30 minuti circa o comunque fino a doratura.
Rimuovere la crostata dal forno, spennellare con il miele riscaldato e lasciare raffreddare.
Cospargere generosamente con il crumble di pistacchi e servire.
Frolla con frangipane alle mandorle, albicocche e crumble di pistacchi
Curiosità: nel napoletano le albicocche sono chiamate “crisommole”, dove abito io (tra Napoli e Avellino) si dice “mennole”, a Serino (parliamo di Irpinia piena) si dice “libberce”. La varietà dei nostri dialetti, e parliamo sempre della stessa regione!
P.S. Una cosa me la sono ricordata però … questo è il mio post n° 100!! 🙂