Tutto è partito da questo post su fb …
Mi rendo sempre più conto che la corsa ai props per fare foto super scenografiche, ricche di tanti oggetti, non è per…
Pubblicato da Rosa D’Anna su Giovedì 3 marzo 2016
La foto è quella che vedrete nel prossimo articolo.
Ma anche oggi noterete uno stile minimal con il cibo quale unico protagonista.
L’idea di set composti da tanti piccoli oggetti per un certo periodo mi ha affascinato.
Invidiavo la capacità delle food blogger di creare tali composizioni eppure con il tempo ho capito che non poteva essere la mia strada.
Mi dava ansia. Perdevo la spinta a fotografare e di conseguenza ne soffriva anche il blog.
Ho così cominciato seriamente a ragionare su quali sono le foto che davvero mi piacciono.
Sono approdata alla consapevolezza che mi piace vedere il cibo al centro, senza tanti fronzoli a distrarre lo sguardo dal soggetto principale.
Ho deciso quindi per il momento di bandire accessori e tavolacci in legno.
Ho trovato la felicità e la mia misura in un piatto di porcellana bianco e un canovaccio.
Ho trovato degli scatti che mi soddisfano (per ora) nella semplicità di questi ultimi fatti.
Ho deciso di darmi al bianco assoluto e, spero presto, al nero assoluto.
Ogni tanto pennellerò le mie foto di blu e verde, ma sempre in relazione alle porcellane usate.
La parola d’ordine sarà semplicità.
Siccome ho ragionato tanto in questi giorni, mi son messa a rimuginare anche su ciò che in questo piatto ci voglio mettere.
Son tornata allo stesso concetto.
Semplicità.
Dove sta scritto che devo cucinare sempre cose particolari?
Quelle ci saranno, è ovvio. Mi piace sperimentare.
Ma non si può sperimentare ogni giorno ed i generale, nelle cucine di tutti noi, spesso prevale la scelta di piatti semplici e buoni.
Mi sono detta che se il mio blog è la vetrina di ciò che sono e mangio, non dovrei trovare sempre così difficile la scelta di cosa cucinare e postare.
Ed è così che arriviamo alla ricetta di oggi.
L’ispirazione l’ho avuta guardando una puntata di Il Pranzo della Domenica con protagonista Giovanni Arvonio, chef della Taberna del Principe a Sirignano (AV).
Giovanni Arvonio rappresenta una delle eccellenze del territorio in cui vivo.
La semplicità del primo piatto da lui rivisitato mi ha conquistato.
L’ho modificata a modo mio.
Ho evitato l’uso del pomodoro per rendere la ricetta Nichel free ed ho aggiunto un mezzo cucchiaio di Colatura di Alici di Cetara prima di mantecare la pasta.
Per la ricetta originale cliccate QUI.
I peperoni vanno pelati da crudi. Un trucco semplice per ottenere il massimo della dolcezza, del sapore e della digeribilità.
Li ho cotti in cucchiaio d’olio in cui avevo fatto soffriggere un aglio in camicia leggermente schiacciato.
Ho fatto soffriggere un paio di minuti. Aggiunto un rametto di timo, un cucchiaino di paprika affumicata, pochissimo sale e mezzo bicchiere di acqua.
Ho lasciato cuocere a fiamma bassa fino a che i peperoni son diventati teneri.
Ho eliminato il rametto di timo e l’aglio ed ho frullato il tutto.
Alla crema di peperoni ottenuta ho aggiunto 1/2 cucchiaio di Colatura di Alici di Cetara.
Per la pasta ho scelto le Millerighe del Pastificio Antonio Amato.
E’ un formato interessantissimo ed adatto a catturare i sughi.
Davvero ottimo per questo tipo di preparazione.
Il piatto è praticamente pronto.
Scolata la pasta al dente non vi resterà altro da fare che tuffarla nel sugo di peperoni per una veloce mantecatura.